Bruno Vespa e il suo rapporto con Dio

Il 19 giugno 2019 per la terza puntata del programma “Io e Te” su Rai Uno condotto da Pierluigi Diaco , Sandra Milo e Valeria Graci, Bruno Vespa spiega di sentirsi un uomo fortunato perché “anche nei momenti complicati mi fermo a riflettere un istante e dico quanto sono stato fortunato. Qualunque cosa della vita quotidiana e professionale è niente quindi sto bene. Sto bene per definizione”, confessa il giornalista che ha cominciato a lavorare sin da giovanissimo. 


Una passione, quella per il giornalismo, che non è stata senza prezzo: “mi ha tolto un po’ di giovinezza e quella non la recupero, però mi ha dato tanto. Mi ricordo quando i miei genitori mi lasciavano la cena perché, dal giornale, tornavo tardi e cenavo da solo. Quindi, poi, non potevo fare tante cose come uscire con gli amici”, ricorda. Spiega di non essere affatto un invidioso perché la nonna, sin da bambino, gli diceva di frequentare sempre persone migliori: “Quella frase ‘frequenta persone migliori di te’ per me è stata una costante perciò non conosco l’invidia. So benissimo che c’è sempre qualcuno migliore di te, sempre”.


Nel corso degli anni, Vespa ha raccontato la fede di tanti personaggi, ma com’è il suo rapporto con Dio? “Queste sono cose private. Devo dire che sono credente e che la fede si è rafforzata negli anni ed è un momento d’intimità, di riflessione. Ho scoperto che è anche bello passare qualche minuto senza pregare cioè senza recitare le preghiere, ma soltanto in comunione. Ricorderò sempre un’udienza privata da Giovanni Paolo II durante la guerra del Golfo in cui io ero sotto attacco perché passavo per guerrafondaio e mi ricordo che il segretario del Papa disse Che avevo sempre avuto una posizione corretta”, spiega e poi racconta un dettaglio molto intimo di quel momento: “Quel giorno, però, lo ricordo perché entrando nella cappella privata del Papa lo vidi pregare di spalle e non ho mai visto un uomo pregare così. Ecco, qualche vota, quando ho un momento di raccoglimento, penso a quell’immagine ed è sufficiente”.


di Vik van Brantegem