Avvenire indaga sul patrono di Internet

Indagine sul patrono di Internet tra vox populi e fonti disparate

Guido Mocellin – mercoledì 5 aprile 2017

Da un post sul profilo Facebook di Marco Palmisano, che presiede il Club Santa Chiara e di comunicazione se ne intende, apprendo che il santo che si festeggia il 4 aprile, Isidoro di Siviglia (morto nel 636), è patrono di Internet. Non per scetticismo ma per pura curiosità mi inoltro in una piccola ricerca. Le prime, disparate fonti che incontro collocano la proclamazione tra il 1999 e il 2002 e dunque la attribuiscono a Giovanni Paolo II, mentre la motivazione della scelta attiene alla sua opera di enciclopedista ante litteram (segno dei tempi: prima dei social network si vedeva Internet soprattutto come un immenso database).
Ma le stesse fonti non sono unanimi sulla data dell’istituzione, e nessuna di esse, neppure Wikipedia ( tinyurl.com/kjna73t ), produce un link diretto a un testo del Papa allora regnante. Interrogo allora il sito specializzato “Santi e beati”, che in effetti non menziona in alcun modo per la Rete questo patronato (né altri), e anzi nel 2003 aveva lanciato un sondaggio tra i naviganti, vinto ex aequo da don Alberione e da don Bosco ( tinyurl.com/chrnopu ). Dal canto suo, ancora a fine 2016 la testata online “The Social Post” ( tinyurl.com/l72o74e ) attribuisce a monsignor Dario E. Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, la valutazione positiva dell’eventualità che tale patronato sia attribuito all’adolescente Carlo Acutis, il cui processo di beatificazione è però appena alla fase diocesana.
Provo infine una ricerca in lingua spagnola e trovo, su un blog di “Religión en Libertad”, un salomonico post del 2014, che dà conto della mancanza di ufficialità intorno al patronato digitale di Isidoro, ma anche del valore che, in questi casi, assume la vox populi. Lo stesso argomento utilizzato nientemeno che da “The Economist”: pur sottolineando (nel lontano 2000!) che Internet è «un luogo dove le mezze verità possono rapidamente assumere lo status di fatti», aveva valorizzato la possibilità che il patrono di Internet fosse scelto «open source»

da: www.avvenire.it/rubriche/pagine/indagine-sul-patrono-di-internettra-vox-populi-e-fonti-disparate